Il futuro dell'industria italiana è condizionato in larga parte dall'impatto che avrà l'ondata di acquisizioni di nostre imprese dall'estero. Il fenomeno, di straordinaria rilevanza per numero e qualità delle acquisite, è visto da alcuni come il riconoscimento del persistente valore del Made in Italy che consente, peraltro, un afflusso di investimenti altrimenti carenti nel nostro Paese. Altri, invece, lo considerano come segno del declino industriale del Paese e dell'inconsistenza del sistema Italia. Il volume offre una risposta all'interrogativo di fondo sull'impatto di questo fenomeno con riferimento alle medie imprese, cercando di fare luce su alcuni effetti, soprattutto quelli che riguardano i criteri di scelta delle imprese acquisite (sono le migliori o le peggiori?), le loro performance post acquisizione (migliorano o peggiorano?), il ruolo giocato dalla distanza culturale (aiuta o ostacola il miglioramento delle performance?) e le conseguenze sulle decisioni di acquisto dei clienti (aumenta la fedeltà o si crea disaffezione?). L'analisi è condotta attraverso la convergenza delle diverse prospettive dell'economia industriale e finanziaria con quella di management e marketing e dimostra che il cambio di proprietà può sprigionare, almeno nel breve-medio termine, un potenziale prima inespresso a causa dei limiti di governance e di management della proprietà familiare, ma anche innescare reazioni avverse da parte dei consumatori, soprattutto quando l'acquirente appartiene a Paesi culturalmente lontani. Le conclusioni appaiono di una certa rilevanza scientifica e costituiscono un contributo non trascurabile all'interno del dibattito sul futuro produttivo e imprenditoriale del nostro Paese, investendo il decisore politico e la sua 'politica industriale', se essa ancora esiste, di scelte critiche e improcrastinabili.
Le medie imprese acquisite dall'estero. Nuova linfa al Made in Italy o perdita delle radici?
Matarazzo, Michela;Resciniti, Riccardo
2018-01-01
Abstract
Il futuro dell'industria italiana è condizionato in larga parte dall'impatto che avrà l'ondata di acquisizioni di nostre imprese dall'estero. Il fenomeno, di straordinaria rilevanza per numero e qualità delle acquisite, è visto da alcuni come il riconoscimento del persistente valore del Made in Italy che consente, peraltro, un afflusso di investimenti altrimenti carenti nel nostro Paese. Altri, invece, lo considerano come segno del declino industriale del Paese e dell'inconsistenza del sistema Italia. Il volume offre una risposta all'interrogativo di fondo sull'impatto di questo fenomeno con riferimento alle medie imprese, cercando di fare luce su alcuni effetti, soprattutto quelli che riguardano i criteri di scelta delle imprese acquisite (sono le migliori o le peggiori?), le loro performance post acquisizione (migliorano o peggiorano?), il ruolo giocato dalla distanza culturale (aiuta o ostacola il miglioramento delle performance?) e le conseguenze sulle decisioni di acquisto dei clienti (aumenta la fedeltà o si crea disaffezione?). L'analisi è condotta attraverso la convergenza delle diverse prospettive dell'economia industriale e finanziaria con quella di management e marketing e dimostra che il cambio di proprietà può sprigionare, almeno nel breve-medio termine, un potenziale prima inespresso a causa dei limiti di governance e di management della proprietà familiare, ma anche innescare reazioni avverse da parte dei consumatori, soprattutto quando l'acquirente appartiene a Paesi culturalmente lontani. Le conclusioni appaiono di una certa rilevanza scientifica e costituiscono un contributo non trascurabile all'interno del dibattito sul futuro produttivo e imprenditoriale del nostro Paese, investendo il decisore politico e la sua 'politica industriale', se essa ancora esiste, di scelte critiche e improcrastinabili.File | Dimensione | Formato | |
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