La crisi dell’area euro può essere anche interpretata come un banco di prova fra teorie economiche alternative, con riguardo tra l’altro alla rilevanza che le diverse analisi attribuiscono al problema keynesiano della carenza di domanda effettiva e più in generale alle differenti visioni dei rapporti che si instaurano tra economie cosiddette “centrali” e “periferiche”. Da questo punto di vista, il caso della unificazione europea non sembra confermare l’idea convenzionale secondo la quale i processi di liberalizzazione commerciale e finanziaria e di unificazione monetaria favorirebbero la convergenza tra gli andamenti macroeconomici delle nazioni coinvolte. Le dinamiche interne all’Unione, piuttosto, sembrano dare supporto alla visione alternativa secondo cui la progressiva apertura al libero scambio e all’integrazione finanziaria e monetaria genera divergenza, caratterizzata oltretutto da processi di liquidazione e vendita all’estero dei capitali delle periferie. Suggerita nel secolo scorso da Gunnar Myrdal, Nicholas Kaldor e altri, questa chiave di lettura trova pure elementi di affinità con le tesi marxiste di una tendenziale “centralizzazione” dei capitali a livello internazionale.
Euro, Area
VITA C;
2015-01-01
Abstract
La crisi dell’area euro può essere anche interpretata come un banco di prova fra teorie economiche alternative, con riguardo tra l’altro alla rilevanza che le diverse analisi attribuiscono al problema keynesiano della carenza di domanda effettiva e più in generale alle differenti visioni dei rapporti che si instaurano tra economie cosiddette “centrali” e “periferiche”. Da questo punto di vista, il caso della unificazione europea non sembra confermare l’idea convenzionale secondo la quale i processi di liberalizzazione commerciale e finanziaria e di unificazione monetaria favorirebbero la convergenza tra gli andamenti macroeconomici delle nazioni coinvolte. Le dinamiche interne all’Unione, piuttosto, sembrano dare supporto alla visione alternativa secondo cui la progressiva apertura al libero scambio e all’integrazione finanziaria e monetaria genera divergenza, caratterizzata oltretutto da processi di liquidazione e vendita all’estero dei capitali delle periferie. Suggerita nel secolo scorso da Gunnar Myrdal, Nicholas Kaldor e altri, questa chiave di lettura trova pure elementi di affinità con le tesi marxiste di una tendenziale “centralizzazione” dei capitali a livello internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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