Negli ultimi anni le applicazioni di tipo ATIS (Advanced Traveler Information System), spesso note in Italia sotto la dizione molto generale ed un po’ vaga di applicazioni di infomobilità, stanno guadagnando sempre più popolarità. Molte tipologie di applicazione sono state proposte e gli aspetti tecnologici e modellistici con esse connesse sono stati variamente affrontati da esperti ed analisti. Una delle attese che hanno determinato tale interesse è legata alla prospettiva (secondo molti) di potere affrontare e risolvere, con modesti investimenti infrastrutturali, alcuni degli ormai cronici problemi di sovrasaturazione da traffico che interessano le aree urbane (e non solo) del nostro paese e di buona parte del mondo più sviluppato. Tutto ciò è accompagnato dal fatto che le applicazioni di infomobiltà, come tutte le applicazioni di consumismo informatico, potrebbero rappresentare un appetitoso campo di vendita per dispositivi e servizi; alcuni studi, infatti, (si veda ad esempio Khattak et al., 2003) dimostrano una buona disponibilità a pagare da parte dei potenziali utenti. Uno, però, degli ostacoli che, risolti ormai gli aspetti meramente tecnologici, grazie agli enormi progressi delle tecniche informatiche e di comunicazione, si incontra rispetto ad una efficace (e quindi appetibile per gli utenti) implementazione di applicazioni di tipo ATIS è la scarsa dinamicità, puntualità, completezza, affidabilità e, quindi, utilità del contenuto informativo che è possibile trasmettere. È, infatti, il caso di notare fin da subito che i sistemi avanzati di informazione agli utenti non sono l’unica fonte di informazione sullo stato di funzionamento di una rete di traffico che gli utenti hanno a disposizione e che finché tale fonte informativa di tipo tecnologico non sarà più affidabile della naturale informazione che gli utenti hanno del funzionamento del sistema di trasporto in cui si muovono, acquisita con la continua esperienza, ben difficilmente potrà utilmente integrarsi nei meccanismi di apprendimento e di scelta degli utenti.
Campi applicativi e formalizzazione di modelli ATIS
SIMONELLI, FULVIO
2005-01-01
Abstract
Negli ultimi anni le applicazioni di tipo ATIS (Advanced Traveler Information System), spesso note in Italia sotto la dizione molto generale ed un po’ vaga di applicazioni di infomobilità, stanno guadagnando sempre più popolarità. Molte tipologie di applicazione sono state proposte e gli aspetti tecnologici e modellistici con esse connesse sono stati variamente affrontati da esperti ed analisti. Una delle attese che hanno determinato tale interesse è legata alla prospettiva (secondo molti) di potere affrontare e risolvere, con modesti investimenti infrastrutturali, alcuni degli ormai cronici problemi di sovrasaturazione da traffico che interessano le aree urbane (e non solo) del nostro paese e di buona parte del mondo più sviluppato. Tutto ciò è accompagnato dal fatto che le applicazioni di infomobiltà, come tutte le applicazioni di consumismo informatico, potrebbero rappresentare un appetitoso campo di vendita per dispositivi e servizi; alcuni studi, infatti, (si veda ad esempio Khattak et al., 2003) dimostrano una buona disponibilità a pagare da parte dei potenziali utenti. Uno, però, degli ostacoli che, risolti ormai gli aspetti meramente tecnologici, grazie agli enormi progressi delle tecniche informatiche e di comunicazione, si incontra rispetto ad una efficace (e quindi appetibile per gli utenti) implementazione di applicazioni di tipo ATIS è la scarsa dinamicità, puntualità, completezza, affidabilità e, quindi, utilità del contenuto informativo che è possibile trasmettere. È, infatti, il caso di notare fin da subito che i sistemi avanzati di informazione agli utenti non sono l’unica fonte di informazione sullo stato di funzionamento di una rete di traffico che gli utenti hanno a disposizione e che finché tale fonte informativa di tipo tecnologico non sarà più affidabile della naturale informazione che gli utenti hanno del funzionamento del sistema di trasporto in cui si muovono, acquisita con la continua esperienza, ben difficilmente potrà utilmente integrarsi nei meccanismi di apprendimento e di scelta degli utenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.