Anche nelle campagne il lavoro agricolo non costituì l'unica occupazione dei contadini. Nel Mezzogiorno il lavoro di manifattura era presente e diffuso tanto nei piccoli borghi interni che nelle città e si articolava essenzialmente in due settori: quello del lavoro domestico eseguito prevalentemente su materia prima fornita dal territorio circostante (lino, seta, canapa, lana, cotone) e destinato al consumo interno o al piccolo commercio; e l'altro, quello della protoindustria, che coincideva con la fase di espansione delle industrie rurali in cui l'attività manifatturiera era condotta senza l'uso di tecnologia avanzata e senza una definita concentrazione di manodopera nella fabbrica. Benevento, pur isolata enclave pontificia, manteneva frequenti contatti con il Regno di Napoli e presentava anch'essa una varietà di produzioni casalinghe o di piccole manifatture, alcune destinate ad una sensibile crescita e talora combinate in "sistemi" di produzione non privi di originalità, altre molto meno radicate sul territorio. Dopo una prima fase in cui la protoindustria beneventana puntò sul settore laniero, vi fu una seconda fase in cui gli stessi centri di produzione convertirono la loro produzione verso la carta e le paste alimentari. Il saggio ricostruisce l'attività molitoria beneventana e, per estensione, quella di altri centri limitrofi, nel Settecento, per passare poi al tentativo francese di potenziare la protoindustria delle paste alimentari, fino ad arrivare alla regolamentazione ed all'impianto di "forni normali" dopo l'Unità ed alle statistiche del primo Novecento relative all'industria alimentare nel Beneventano.
Mugnai,fornai,"maccaronari". La lavorazione delle paste alimentari a Benevento tra età moderna e contemporanea
DEL PRETE ROSSELLA
2011-01-01
Abstract
Anche nelle campagne il lavoro agricolo non costituì l'unica occupazione dei contadini. Nel Mezzogiorno il lavoro di manifattura era presente e diffuso tanto nei piccoli borghi interni che nelle città e si articolava essenzialmente in due settori: quello del lavoro domestico eseguito prevalentemente su materia prima fornita dal territorio circostante (lino, seta, canapa, lana, cotone) e destinato al consumo interno o al piccolo commercio; e l'altro, quello della protoindustria, che coincideva con la fase di espansione delle industrie rurali in cui l'attività manifatturiera era condotta senza l'uso di tecnologia avanzata e senza una definita concentrazione di manodopera nella fabbrica. Benevento, pur isolata enclave pontificia, manteneva frequenti contatti con il Regno di Napoli e presentava anch'essa una varietà di produzioni casalinghe o di piccole manifatture, alcune destinate ad una sensibile crescita e talora combinate in "sistemi" di produzione non privi di originalità, altre molto meno radicate sul territorio. Dopo una prima fase in cui la protoindustria beneventana puntò sul settore laniero, vi fu una seconda fase in cui gli stessi centri di produzione convertirono la loro produzione verso la carta e le paste alimentari. Il saggio ricostruisce l'attività molitoria beneventana e, per estensione, quella di altri centri limitrofi, nel Settecento, per passare poi al tentativo francese di potenziare la protoindustria delle paste alimentari, fino ad arrivare alla regolamentazione ed all'impianto di "forni normali" dopo l'Unità ed alle statistiche del primo Novecento relative all'industria alimentare nel Beneventano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.