La materia della tutela della salute è tra quelle a legislazione concorrente, in cui la potestà legislativa spetta alle Regioni ma nel quadro dei principi fondamentali determinati dalle leggi dello Stato. L’attuale Piano Sanitario Nazionale (PSN 2006-2008), in relazione al precedente PSN 2003-2005, è maggiormente permeato dal ruolo nuovo delle Regioni derivante dalla modifica costituzionale del titolo V e, nell’ambito della prevenzione, viene individuata l’esperienza del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) come concreta sperimentazione per l’integrazione istituzionale e scientifica tra i livelli di governo centrale e territoriale. Pur riconoscendo tra gli obiettivi di sistema la necessità di un consolidamento della rete per la prevenzione, che passa attraverso i nodi territoriali rappresentati dai Dipartimenti di prevenzione, i nodi regionali e quelli nazionali coproduttori sinergici e complementari dei programmi di azione insieme ad altre reti istituzionali anche esterne al sistema sanitario, si avverte una crescente esigenza da parte delle Regioni a sviluppare capacità di elaborazione tecnica “interna” utile alla programmazione sanitaria. Gli ambiti di interesse della programmazione sanitaria regionale sono quanto più ampi e vari, contemplando, solo per citarne alcuni, il riordino della rete ospedaliera, la valutazione dell’efficacia e della qualità del servizio erogato, il potenziamento dei servizi territoriali, il monitoraggio dei livelli di assistenza, l’assegnazione e l’erogazione delle risorse finanziarie tra i settori individuando tra questi quelli con maggiore intensità di consumo, il confronto tra i servizi sanitari erogati all’interno del territorio regionale. La difficoltà, pertanto, a produrre elaborazioni sull’intera gamma di tematiche ricomprese nella vasta materia della tutela della salute e dell’organizzazione sanitaria varia tra Regioni, tant’è che quelle più piccole o “fragili” potrebbero presentare maggiori difficoltà a sviluppare elaborati a supporto delle politiche sanitarie. Il quadro che emerge quindi è caratterizzato da una forte eterogeneità; una possibile soluzione è rappresentata dallo sviluppo di elaborazioni tecniche interregionali in grado di supportare l’azione dei singoli governi, nell’ambito di un quadro nazionale definito nelle sue linee generali dallo Stato. L’aumentata autonomia nella programmazione delle singole Regioni apre quindi lo scenario ad un probabile ampliamento della variabilità interregionale nei livelli di assistenza erogati e di conseguenza una possibile riduzione delle garanzie di assistenza sanitaria.
Epidemiologia e programmazione sanitaria. Il caso della regione Campania
Simonetti B.
2011-01-01
Abstract
La materia della tutela della salute è tra quelle a legislazione concorrente, in cui la potestà legislativa spetta alle Regioni ma nel quadro dei principi fondamentali determinati dalle leggi dello Stato. L’attuale Piano Sanitario Nazionale (PSN 2006-2008), in relazione al precedente PSN 2003-2005, è maggiormente permeato dal ruolo nuovo delle Regioni derivante dalla modifica costituzionale del titolo V e, nell’ambito della prevenzione, viene individuata l’esperienza del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) come concreta sperimentazione per l’integrazione istituzionale e scientifica tra i livelli di governo centrale e territoriale. Pur riconoscendo tra gli obiettivi di sistema la necessità di un consolidamento della rete per la prevenzione, che passa attraverso i nodi territoriali rappresentati dai Dipartimenti di prevenzione, i nodi regionali e quelli nazionali coproduttori sinergici e complementari dei programmi di azione insieme ad altre reti istituzionali anche esterne al sistema sanitario, si avverte una crescente esigenza da parte delle Regioni a sviluppare capacità di elaborazione tecnica “interna” utile alla programmazione sanitaria. Gli ambiti di interesse della programmazione sanitaria regionale sono quanto più ampi e vari, contemplando, solo per citarne alcuni, il riordino della rete ospedaliera, la valutazione dell’efficacia e della qualità del servizio erogato, il potenziamento dei servizi territoriali, il monitoraggio dei livelli di assistenza, l’assegnazione e l’erogazione delle risorse finanziarie tra i settori individuando tra questi quelli con maggiore intensità di consumo, il confronto tra i servizi sanitari erogati all’interno del territorio regionale. La difficoltà, pertanto, a produrre elaborazioni sull’intera gamma di tematiche ricomprese nella vasta materia della tutela della salute e dell’organizzazione sanitaria varia tra Regioni, tant’è che quelle più piccole o “fragili” potrebbero presentare maggiori difficoltà a sviluppare elaborati a supporto delle politiche sanitarie. Il quadro che emerge quindi è caratterizzato da una forte eterogeneità; una possibile soluzione è rappresentata dallo sviluppo di elaborazioni tecniche interregionali in grado di supportare l’azione dei singoli governi, nell’ambito di un quadro nazionale definito nelle sue linee generali dallo Stato. L’aumentata autonomia nella programmazione delle singole Regioni apre quindi lo scenario ad un probabile ampliamento della variabilità interregionale nei livelli di assistenza erogati e di conseguenza una possibile riduzione delle garanzie di assistenza sanitaria.File | Dimensione | Formato | |
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