Chi dedica la sua vita ad accrescere e diffondere la conoscenza, illumina la mente di chi si avvale dei frutti del suo lavoro, come scrive Schopenauer : “Il patrimonio conoscitivo […] è il sole che disvela il mondo”. Potremmo così affer-mare che il libro Leibniz. Una breve bio-grafia intellettuale di Ugo Pagallo, illumi-na chi si avvale dei frutti del suo lavoro, ovvero un’indagine e una ricostruzione meticolosa e accorta della vita del grande filosofo di Lipsia e dei suoi rapporti con altri grandi studiosi dell’epoca, intreccia-ta alla rivelazione del significato profondo dei suoi studi, delle sue scoperte, delle sue opere. L’intento complessivo dell’opera è du-plice, come afferma Pagallo: in primo luogo, quello di evidenziare, in alternativa alla Leibniz Renaissance occorsa oltre un secolo fa, l’intima affinità delle ricerche leibniziane in matematica e metafisica, fisica e teologia. In secondo luogo, si deve segnalare come solo negli ultimi tempi, a un secolo da quel primo risorgimento di studi Leibniziani, si inizi a capire appieno il sogno del filosofo di Lipsia nell’ambito delle scienze sociali. Nemmeno ven-tenne – scrive Pagallo – già Leibniz pen-sava a co-struire un automa giuridico! . Ad oltre trecento anni dalla morte del grande filosofo, è tutto un pullulare di studi che vanno dall’analitica dei dati all’algoritmizzazione dell’esperienza, dalla programmazione di sistemi esperti di apprendimento all’intelligenza artifi-ciale, recenti campi del sapere che pos-sono essere ricondotti proprio al primo intuito di Leibniz. Tuttavia, il più delle volte gli studiosi di diritto o di politica continuano a cercare di evitare di adden-trarsi nei sentieri della logica leibniziana, e matematici e logici prediligono non rilasciare alcun commento sui suoi grandi temi filosofici. Non può non destare interesse, tuttavia, la tesi magistrale con cui il filosofo di Lip-sia intende dimostrare la necessità che i giuristi studino filosofia poiché, senza quest’ultima, “l’ordinamento delle leggi non sarebbe altro che un labirinto senza uscita”.
Note su Leibniz - Una breve biografia intellettuale di U. Pagallo
Laura zavatta
2024-01-01
Abstract
Chi dedica la sua vita ad accrescere e diffondere la conoscenza, illumina la mente di chi si avvale dei frutti del suo lavoro, come scrive Schopenauer : “Il patrimonio conoscitivo […] è il sole che disvela il mondo”. Potremmo così affer-mare che il libro Leibniz. Una breve bio-grafia intellettuale di Ugo Pagallo, illumi-na chi si avvale dei frutti del suo lavoro, ovvero un’indagine e una ricostruzione meticolosa e accorta della vita del grande filosofo di Lipsia e dei suoi rapporti con altri grandi studiosi dell’epoca, intreccia-ta alla rivelazione del significato profondo dei suoi studi, delle sue scoperte, delle sue opere. L’intento complessivo dell’opera è du-plice, come afferma Pagallo: in primo luogo, quello di evidenziare, in alternativa alla Leibniz Renaissance occorsa oltre un secolo fa, l’intima affinità delle ricerche leibniziane in matematica e metafisica, fisica e teologia. In secondo luogo, si deve segnalare come solo negli ultimi tempi, a un secolo da quel primo risorgimento di studi Leibniziani, si inizi a capire appieno il sogno del filosofo di Lipsia nell’ambito delle scienze sociali. Nemmeno ven-tenne – scrive Pagallo – già Leibniz pen-sava a co-struire un automa giuridico! . Ad oltre trecento anni dalla morte del grande filosofo, è tutto un pullulare di studi che vanno dall’analitica dei dati all’algoritmizzazione dell’esperienza, dalla programmazione di sistemi esperti di apprendimento all’intelligenza artifi-ciale, recenti campi del sapere che pos-sono essere ricondotti proprio al primo intuito di Leibniz. Tuttavia, il più delle volte gli studiosi di diritto o di politica continuano a cercare di evitare di adden-trarsi nei sentieri della logica leibniziana, e matematici e logici prediligono non rilasciare alcun commento sui suoi grandi temi filosofici. Non può non destare interesse, tuttavia, la tesi magistrale con cui il filosofo di Lip-sia intende dimostrare la necessità che i giuristi studino filosofia poiché, senza quest’ultima, “l’ordinamento delle leggi non sarebbe altro che un labirinto senza uscita”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.