Al fine di migliorare le conoscenze geologico-stratigrafiche dell’area costiera metapontina, è stato svolto un rilevamento geologico di dettaglio nella zona compresa fra Marina di Ginosa (provincia di Taranto ed il Torrente Cavone (provincia di Matera). Il rilevamento è stato corredato da osservazioni dei caratteri di facies effettuate sia lungo sezioni stratigrafiche esposte sia su sondaggi ottenuti tramite cinque perforazioni a carotaggio continuo che hanno attraversato depositi dell’Olocene e del Pleistocene medio – superiore fino ad una profondità di 120 m.I depositi affioranti sono stati distinti in due principali unità:” depositi sabbioso-conglomeratici dei prismi costieri regressivi” (Pleistocene superiore) e “ depositi della piana di Metaponto” (Olocene).I primi depositi, sabbioso-conglomeratici, sono stati suddivisi in tre unità litostratigrafiche; le prime due , spesse al massimo 15 m, e rappresentata da prismi formatisi in seguito ad interazioni fra oscillazioni del livello del mare e sollevamento regionale , sono riferibili alle “sabbie di Policoro” e alle “sabbie e conglomerati di Masseria Ricotta” che, in base all’osservazione dei caratteri di facies, sono state attribuite ad ambienti variabili dal marino poco profondo mal continentale. La terza unità, in discordanza sulle precedenti, è formata da un “prodotto eluviale” discontinuo e di esiguo spessore.I depositi della piana di Metaponto, tutti di età olocenica e spessi in genere pochi metri, sono stati invece suddivisi in “depositi continentali” e “depositi di transizione”. I primi sono rappresentati da depositi da fini a grossolani, di origine eluvio-colluviale, fluviale, lacustre e palustre; i secondi invece, sono rappresentati da depositi sabbiosi e/o siltoso-argillosi di spiaggia-duna (attuali ed abbandonati).I depositi sepolti sono stati distinti in tre unità grazie all’individuazione di due nette superfici di discontinuità. L’unità più bassa (denominata “substrato”), attraversata per uno spessore massimo di 76 m e riscontrata a partire da profondità variabili da 13 m a 44 m spostandosi da terra verso mare, è costituita da depositi argilloso-siltosi, con intercalazioni di strati sabbiosi, che verso l’alto passano a depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi. Tali depositi mostrano caratteri di facies riferibili ad ambienti variabili dalla piattaforma all’avan-spiaggia. L’età di questi depositi è Pleistocene medio – superiore.In contatto erosivo sul substrato si rinviene un’unità definita “depositi della piana sepolta di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori perforati variabili da 0 a 7 m spostandosi da terra verso mare. Tale unità è formata da depositi sabbioso-ghiaiosi mostranti caratteri di facies variabili dal continentale al marino poco profondo. L’età è riferibile al Pleistocene superiore.In erosione su tali depositi, o direttamente sul substrato, si rinviene infine un’unità sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa, corrispondente ai “depositi della piana di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori che aumentano da terra verso mare, fino ad un massimo misurato di circa 48 m. L’analisi di facies ha permesso di riferire tali depositi alla pro gradazione di un sistema di spiaggia , a luoghi associato lateralmente ad un sistema deltizio, passante distalmente ad un sistema di piattaforma . Grazie ad una datazione radiometrica effettuata su di un guscio di lamellibranco rinvenuto in un sondaggio alla profondità di 35 m, è possibile riferire tali depositi all’Olocene.L’insieme dei dati raccolti ha permesso di realizzare una carta geologica in scala 1:25.000 nella quale sono state cartografate numerose unità litostratigrafiche che formano un quadro nuovo e maggiormente dettagliato rispetto a quello vigente nella letteratura ufficiale. Le sezioni geologiche a corredo, integrate anche con i dati dei sondaggi, consentono di ricostruire la geometria dei depositi sepolti, e di delineare la storia evolutiva del prisma olocenico nel tatto di costa considerato.

Stratigrafia dei depositi pleistocenici-olocenici dell’area costiera di Metaponto fra Marina di Ginosa ed il Torrente Cavone

PESCATORE T;SENATORE MR;
2009-01-01

Abstract

Al fine di migliorare le conoscenze geologico-stratigrafiche dell’area costiera metapontina, è stato svolto un rilevamento geologico di dettaglio nella zona compresa fra Marina di Ginosa (provincia di Taranto ed il Torrente Cavone (provincia di Matera). Il rilevamento è stato corredato da osservazioni dei caratteri di facies effettuate sia lungo sezioni stratigrafiche esposte sia su sondaggi ottenuti tramite cinque perforazioni a carotaggio continuo che hanno attraversato depositi dell’Olocene e del Pleistocene medio – superiore fino ad una profondità di 120 m.I depositi affioranti sono stati distinti in due principali unità:” depositi sabbioso-conglomeratici dei prismi costieri regressivi” (Pleistocene superiore) e “ depositi della piana di Metaponto” (Olocene).I primi depositi, sabbioso-conglomeratici, sono stati suddivisi in tre unità litostratigrafiche; le prime due , spesse al massimo 15 m, e rappresentata da prismi formatisi in seguito ad interazioni fra oscillazioni del livello del mare e sollevamento regionale , sono riferibili alle “sabbie di Policoro” e alle “sabbie e conglomerati di Masseria Ricotta” che, in base all’osservazione dei caratteri di facies, sono state attribuite ad ambienti variabili dal marino poco profondo mal continentale. La terza unità, in discordanza sulle precedenti, è formata da un “prodotto eluviale” discontinuo e di esiguo spessore.I depositi della piana di Metaponto, tutti di età olocenica e spessi in genere pochi metri, sono stati invece suddivisi in “depositi continentali” e “depositi di transizione”. I primi sono rappresentati da depositi da fini a grossolani, di origine eluvio-colluviale, fluviale, lacustre e palustre; i secondi invece, sono rappresentati da depositi sabbiosi e/o siltoso-argillosi di spiaggia-duna (attuali ed abbandonati).I depositi sepolti sono stati distinti in tre unità grazie all’individuazione di due nette superfici di discontinuità. L’unità più bassa (denominata “substrato”), attraversata per uno spessore massimo di 76 m e riscontrata a partire da profondità variabili da 13 m a 44 m spostandosi da terra verso mare, è costituita da depositi argilloso-siltosi, con intercalazioni di strati sabbiosi, che verso l’alto passano a depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi. Tali depositi mostrano caratteri di facies riferibili ad ambienti variabili dalla piattaforma all’avan-spiaggia. L’età di questi depositi è Pleistocene medio – superiore.In contatto erosivo sul substrato si rinviene un’unità definita “depositi della piana sepolta di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori perforati variabili da 0 a 7 m spostandosi da terra verso mare. Tale unità è formata da depositi sabbioso-ghiaiosi mostranti caratteri di facies variabili dal continentale al marino poco profondo. L’età è riferibile al Pleistocene superiore.In erosione su tali depositi, o direttamente sul substrato, si rinviene infine un’unità sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa, corrispondente ai “depositi della piana di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori che aumentano da terra verso mare, fino ad un massimo misurato di circa 48 m. L’analisi di facies ha permesso di riferire tali depositi alla pro gradazione di un sistema di spiaggia , a luoghi associato lateralmente ad un sistema deltizio, passante distalmente ad un sistema di piattaforma . Grazie ad una datazione radiometrica effettuata su di un guscio di lamellibranco rinvenuto in un sondaggio alla profondità di 35 m, è possibile riferire tali depositi all’Olocene.L’insieme dei dati raccolti ha permesso di realizzare una carta geologica in scala 1:25.000 nella quale sono state cartografate numerose unità litostratigrafiche che formano un quadro nuovo e maggiormente dettagliato rispetto a quello vigente nella letteratura ufficiale. Le sezioni geologiche a corredo, integrate anche con i dati dei sondaggi, consentono di ricostruire la geometria dei depositi sepolti, e di delineare la storia evolutiva del prisma olocenico nel tatto di costa considerato.
2009
Stratigrafia; Carta Geologica; Piana di Metaponto
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