Il tema della giustizia connessa all’applicazione delle sanzionipreviste dall’ordinamento, ad oggi, è più che mai pregnante enecessita di essere inquadrato nel suo rapporto originario con ildiritto: la giustizia, in altri termini, è quel principio cardine checonsente la coesistenza sociale perché coincide con il diritto,ovvero con l’insieme di regole condivise e pratiche sociali. Se ilsistema normativo non viene rispettato, infatti, si applicano pene esanzioni le quali, in ottica penalistica ma anche civilistica, sottendono alla giustizia quale espressione della «conformità alla legge».Il problema è quando le leggi, che dovrebbero sempre ispirarsi aprincipi di universalismo, giustizia sociale, difesa dei diritti universali – specie dei più deboli – presentano un carattere più particolaristico o addirittura sono criminogene, ovvero difendono interessidi gruppi o sono espressione di lobby. Contro questi abusi solo imovimenti di massa, l’azione democratica parlamentare, il giudiziodelle Corti costituzionali e l’efficienza degli uffici giudiziari puòarginare e contrastarne la produzione.Nelle pagine successive, suggestioni più ampie vogliono proprio ricostruire e indagare il rapporto fra giustizia e criminalità,proponendo una valutazione a partire dai dati statistici aggiornatisui crimini in una prospettiva longitudinale e comparata che tenga in considerazione anche la dilatazione dei tempi processuali (tral’avvio delle indagini preliminari e la sentenza «definitiva»), lapresenza di eventuali precedenti penali; le sentenze definitive enon definitive; l’accesso alle misure alternative. L’obiettivo è ricostruire il complesso quadro del rapporto fra la criminalità e lasua incidenza, nonché la risposta che lo Stato, attraverso il sistemadell’organizzazione della giustizia, pone per fronteggiare i criminie l’illegalità. Lo scopo è proporre una riflessione aggiuntiva e intermultidisciplinare sull’efficienza dei servizi giudiziari per capire inche misura le criticità sono dipendenti da fattori interni alla macchina della giustizia, hanno un carattere territoriale omogeneo ol’inefficienza risente anche di fattori di contesto.I dati utilizzati di seguito intendono, in particolare, proporreuna riflessione non tanto e non solo sulla criminalità in generale,quanto sulla capacità del sistema giudiziario di dare risposte diretteall’aumento di alcuni reati o al sedimentarsi di procedimenti chevedono la fine in tempi molto lunghi, spesso arrivando, così, adelegare ad altri istituti in sostituzione, come l’applicazione dellemisure cautelari ovvero i riti alternativi, un percorso più lineare ecompiuto di valutazione processuale con l’individuazione dei colpevoli, fino all’ultimo grado di giudizio.
Il vulnus del tempo nell’amministrazione della giustizia in Italia
Davide Barba
2022-01-01
Abstract
Il tema della giustizia connessa all’applicazione delle sanzionipreviste dall’ordinamento, ad oggi, è più che mai pregnante enecessita di essere inquadrato nel suo rapporto originario con ildiritto: la giustizia, in altri termini, è quel principio cardine checonsente la coesistenza sociale perché coincide con il diritto,ovvero con l’insieme di regole condivise e pratiche sociali. Se ilsistema normativo non viene rispettato, infatti, si applicano pene esanzioni le quali, in ottica penalistica ma anche civilistica, sottendono alla giustizia quale espressione della «conformità alla legge».Il problema è quando le leggi, che dovrebbero sempre ispirarsi aprincipi di universalismo, giustizia sociale, difesa dei diritti universali – specie dei più deboli – presentano un carattere più particolaristico o addirittura sono criminogene, ovvero difendono interessidi gruppi o sono espressione di lobby. Contro questi abusi solo imovimenti di massa, l’azione democratica parlamentare, il giudiziodelle Corti costituzionali e l’efficienza degli uffici giudiziari puòarginare e contrastarne la produzione.Nelle pagine successive, suggestioni più ampie vogliono proprio ricostruire e indagare il rapporto fra giustizia e criminalità,proponendo una valutazione a partire dai dati statistici aggiornatisui crimini in una prospettiva longitudinale e comparata che tenga in considerazione anche la dilatazione dei tempi processuali (tral’avvio delle indagini preliminari e la sentenza «definitiva»), lapresenza di eventuali precedenti penali; le sentenze definitive enon definitive; l’accesso alle misure alternative. L’obiettivo è ricostruire il complesso quadro del rapporto fra la criminalità e lasua incidenza, nonché la risposta che lo Stato, attraverso il sistemadell’organizzazione della giustizia, pone per fronteggiare i criminie l’illegalità. Lo scopo è proporre una riflessione aggiuntiva e intermultidisciplinare sull’efficienza dei servizi giudiziari per capire inche misura le criticità sono dipendenti da fattori interni alla macchina della giustizia, hanno un carattere territoriale omogeneo ol’inefficienza risente anche di fattori di contesto.I dati utilizzati di seguito intendono, in particolare, proporreuna riflessione non tanto e non solo sulla criminalità in generale,quanto sulla capacità del sistema giudiziario di dare risposte diretteall’aumento di alcuni reati o al sedimentarsi di procedimenti chevedono la fine in tempi molto lunghi, spesso arrivando, così, adelegare ad altri istituti in sostituzione, come l’applicazione dellemisure cautelari ovvero i riti alternativi, un percorso più lineare ecompiuto di valutazione processuale con l’individuazione dei colpevoli, fino all’ultimo grado di giudizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.