riaSSunto - In questa nota si evidenziano le relazioni intercorrenti tra alcune caratteristiche del paesaggio geologico dell’Irpinia e l’evocazione di storie fantastiche, misteri e credenze popolari retaggio delle influenze culturali lasciate dalle numerose civilizzazioni che, con le loro vicissitudini, si sono alternate su questo territorio, influenzandone usi e costumi in un contesto per lo più agro-pastorale. Una situazione questa comune anche nel resto dell’Appennino interno, a testimonianza di una tradizione culturale di isolamento se non di sopraffazione da parte di un ceto dominante che anche nei fenomeni naturali, benché funesti, induceva a riconoscervi una matrice soprannaturale. Di seguito il legame tra fenomeni naturali e tradizioni culturali in Irpinia è esemplificato da otto situazioni geologiche in cui le fenomenologie riscontrate sono attribuite in vario modo a fattori fantastici e soprannaturali. Alcune di esse, come la Mefite, le Bolle della Malvizza, lo Stretto di Barba, la Bocca del Dragone, la Grotta del Caliendo, Montemauro, sono di importanza regionale e nazionale e figurano come geositi nei relativi catasti ed inventari ufficiali. Altre, invece, pur non figurando in alcun elenco ufficiale, sono comunque note per le loro specificità geologico-geomorfologiche (Calanchi di Montecalvo, Grotte di San Zaccaria). A questi topoi antropologici la tradizione popolare associa l’esistenza di demoni, donne incantatrici, streghe, briganti feroci, onnipresenti draghi, custodi di favolosi tesori e spesso generatori di sismi e fiamme, ovvero luoghi di accesso ad improbabili inferi o di incontri per rituali demoniaci. Nei casi della Grotta del Caliendo e della Bocca del Dragone è la stessa morfologia dei luoghi ad ispirare inverosimili e crudeli rituali perché associate a rimandi anatomici. In tutti i casi, comunque, si rileva come ancora sia fortemente resistente la cultura tradizionale pagana nonostante la cristianizzazione e l’affermazione della cultura scientifica.
Geositi e leggende in Irpinia: un perfetto connubio tra fenomeni naturali e tradizioni culturali
A. CUSANOWriting – Original Draft Preparation
;F. RUSSOSupervision
;
2022-01-01
Abstract
riaSSunto - In questa nota si evidenziano le relazioni intercorrenti tra alcune caratteristiche del paesaggio geologico dell’Irpinia e l’evocazione di storie fantastiche, misteri e credenze popolari retaggio delle influenze culturali lasciate dalle numerose civilizzazioni che, con le loro vicissitudini, si sono alternate su questo territorio, influenzandone usi e costumi in un contesto per lo più agro-pastorale. Una situazione questa comune anche nel resto dell’Appennino interno, a testimonianza di una tradizione culturale di isolamento se non di sopraffazione da parte di un ceto dominante che anche nei fenomeni naturali, benché funesti, induceva a riconoscervi una matrice soprannaturale. Di seguito il legame tra fenomeni naturali e tradizioni culturali in Irpinia è esemplificato da otto situazioni geologiche in cui le fenomenologie riscontrate sono attribuite in vario modo a fattori fantastici e soprannaturali. Alcune di esse, come la Mefite, le Bolle della Malvizza, lo Stretto di Barba, la Bocca del Dragone, la Grotta del Caliendo, Montemauro, sono di importanza regionale e nazionale e figurano come geositi nei relativi catasti ed inventari ufficiali. Altre, invece, pur non figurando in alcun elenco ufficiale, sono comunque note per le loro specificità geologico-geomorfologiche (Calanchi di Montecalvo, Grotte di San Zaccaria). A questi topoi antropologici la tradizione popolare associa l’esistenza di demoni, donne incantatrici, streghe, briganti feroci, onnipresenti draghi, custodi di favolosi tesori e spesso generatori di sismi e fiamme, ovvero luoghi di accesso ad improbabili inferi o di incontri per rituali demoniaci. Nei casi della Grotta del Caliendo e della Bocca del Dragone è la stessa morfologia dei luoghi ad ispirare inverosimili e crudeli rituali perché associate a rimandi anatomici. In tutti i casi, comunque, si rileva come ancora sia fortemente resistente la cultura tradizionale pagana nonostante la cristianizzazione e l’affermazione della cultura scientifica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.