Social and cultural pluralism discourses provide a growing level of theoretical and practical complexity, since the European framework is more and more fragmented and heterogeneous. This is the reason why the evaluation is both limited and filtered by a legal concept, i.e. good morals, which are traditionally considered as enemies of pluralism. The assessment seeks to define the current meaning of boni mores, despite their recessive role in legal debates and texts, deploying a specific field of analysis, that is trademark law and the relating European case law. Indeed, trademarks have multiple functions, being ‘comunicators’ of values as well as ‘identifiers’ of goods and services. The semantic approach shows how these signs of values have a social as well as an economic impact, strongly connected with the intersection between intellectual property rights and the grammar of human rights. In this specific context, the moral argument holds a significant meaning as a tool to convey pluralistic demands or at least to deal with the unity/multiplex paradigm which persists among the Member States.

Il discorso sul pluralismo sociale e culturale, all’interno di uno spazio europeo sempre più frammentato ed eterogeneo, presenta crescenti livelli di complessità teorica ed applicativa. Per questa ragione il ragionamento viene circoscritto e filtrato attraverso un concetto, il buon costume, ritualmente considerato come nemico del pluralismo. L’obiettivo è, tenuto conto del ruolo tendenzialmente recessivo della morale nel dibattito giuridico e nella stessa evoluzione normativa, concretizzare la funzione attuale dei boni mores utilizzando come lente valutativa un ambito applicativo concreto, ossia la disciplina dei marchi e la relativa casistica europea analizzata in prospettiva semantica. La riflessione si inserisce in quella zona grigia di intersezione tra intellectual property e grammatica dei diritti umani, dato il valore comunicativo-espressivo dei marchi e il loro impatto sociale oltre che economico. In tale contesto, l’argomento morale conserva un significato operazionale, veicolando istanze pluralistiche, o quanto meno percorsi di unità nella diversità, persistente tra i vari stati membri.

C. CREA, Argomento morale, pluralismo ‘culturale’ e semantica dei marchi

crea
2020-01-01

Abstract

Social and cultural pluralism discourses provide a growing level of theoretical and practical complexity, since the European framework is more and more fragmented and heterogeneous. This is the reason why the evaluation is both limited and filtered by a legal concept, i.e. good morals, which are traditionally considered as enemies of pluralism. The assessment seeks to define the current meaning of boni mores, despite their recessive role in legal debates and texts, deploying a specific field of analysis, that is trademark law and the relating European case law. Indeed, trademarks have multiple functions, being ‘comunicators’ of values as well as ‘identifiers’ of goods and services. The semantic approach shows how these signs of values have a social as well as an economic impact, strongly connected with the intersection between intellectual property rights and the grammar of human rights. In this specific context, the moral argument holds a significant meaning as a tool to convey pluralistic demands or at least to deal with the unity/multiplex paradigm which persists among the Member States.
2020
Il discorso sul pluralismo sociale e culturale, all’interno di uno spazio europeo sempre più frammentato ed eterogeneo, presenta crescenti livelli di complessità teorica ed applicativa. Per questa ragione il ragionamento viene circoscritto e filtrato attraverso un concetto, il buon costume, ritualmente considerato come nemico del pluralismo. L’obiettivo è, tenuto conto del ruolo tendenzialmente recessivo della morale nel dibattito giuridico e nella stessa evoluzione normativa, concretizzare la funzione attuale dei boni mores utilizzando come lente valutativa un ambito applicativo concreto, ossia la disciplina dei marchi e la relativa casistica europea analizzata in prospettiva semantica. La riflessione si inserisce in quella zona grigia di intersezione tra intellectual property e grammatica dei diritti umani, dato il valore comunicativo-espressivo dei marchi e il loro impatto sociale oltre che economico. In tale contesto, l’argomento morale conserva un significato operazionale, veicolando istanze pluralistiche, o quanto meno percorsi di unità nella diversità, persistente tra i vari stati membri.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/47139
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