Recenti e dolorosi fatti di cronaca hanno evidenziato quanto possa essere rischiosa la fruizione di un bene geologico e ambientale, qualora sia pur minime valutazioni del possibile danno vengano sottovalutate o del tutto ignorate: le tragedie della Solfatara di Pozzuoli (NA) del 2017 e delle Maccalube di Aragona (AG) del 2015, per restare a qualche esempio italiano, sono terribili testimonianze di quanto la sottovalutazione della pericolosità intrinseca di un bene naturale possa poi tradursi in danno manifesto. D’altro canto, la stima del rischio permette di identificare delle priorità d’intervento da attuare per ridurre la probabilità che il rischio si tramuti in danno. E a queste priorità si dovrebbero rivolgere gli enti gestori del bene ambientale affinché esso possa essere goduto in sicurezza, senza sottovalutare per incapacità o, peggio, per mala fede, le possibili conseguenze di una sua fruizione, più o meno massiccia. Con il presente lavoro si vuole approfondire proprio quest’aspetto dell’interazione evidenziata, portando come esempio i possibili rischi naturali e antropici cui sono soggette quattro situazioni geoturistiche tipiche ben note in Irpinia (Campania), passibili di danneggiamento sino al punto di una loro completa distruzione ma, nello stesso tempo, loro stessi apportatori di rischio (esalazioni venefiche, esplosioni, crollo, alluvioni, ecc.). Per ciascun geosito sono descritte le caratteristiche peculiari e i possibili rischi di alterazione naturale e antropica con proposte per la loro mitigazione, tenendo conto di soglie di accettabilità.

Rischi naturali e antropici in relazione al geoturismo: quattro casi di studio in Irpinia (Avellino, Campania).

RUSSO F.
Membro del Collaboration Group
2019-01-01

Abstract

Recenti e dolorosi fatti di cronaca hanno evidenziato quanto possa essere rischiosa la fruizione di un bene geologico e ambientale, qualora sia pur minime valutazioni del possibile danno vengano sottovalutate o del tutto ignorate: le tragedie della Solfatara di Pozzuoli (NA) del 2017 e delle Maccalube di Aragona (AG) del 2015, per restare a qualche esempio italiano, sono terribili testimonianze di quanto la sottovalutazione della pericolosità intrinseca di un bene naturale possa poi tradursi in danno manifesto. D’altro canto, la stima del rischio permette di identificare delle priorità d’intervento da attuare per ridurre la probabilità che il rischio si tramuti in danno. E a queste priorità si dovrebbero rivolgere gli enti gestori del bene ambientale affinché esso possa essere goduto in sicurezza, senza sottovalutare per incapacità o, peggio, per mala fede, le possibili conseguenze di una sua fruizione, più o meno massiccia. Con il presente lavoro si vuole approfondire proprio quest’aspetto dell’interazione evidenziata, portando come esempio i possibili rischi naturali e antropici cui sono soggette quattro situazioni geoturistiche tipiche ben note in Irpinia (Campania), passibili di danneggiamento sino al punto di una loro completa distruzione ma, nello stesso tempo, loro stessi apportatori di rischio (esalazioni venefiche, esplosioni, crollo, alluvioni, ecc.). Per ciascun geosito sono descritte le caratteristiche peculiari e i possibili rischi di alterazione naturale e antropica con proposte per la loro mitigazione, tenendo conto di soglie di accettabilità.
2019
geosito, rischio, geoturismo, Irpinia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/46401
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