In this paper work and culture constitute an irreplaceable preventive strategy to counter the phenomenon of organized crime, allowing the realization of the «person» and the liberation from need through the affirmation of his fundamental rights (dignity, freedom, security, stability, equal opportunities, retribution, professionalism, personal and family needs). In tracing the framework of some normative paths, the author identifies the critical issues that afflict them, risking to discourage or disappoint the expectations and interests of young people. Considering then the confiscation of the assets of organized crime and the social reuse of the same, the author deals with the aspects of the work on the subject, from social shock absorbers for workers of these companies to the most used disciplines to continue their activities (cooperatives, volunteering). In the © Edizioni Scientifiche Italiane ISSN 1720-4445 R. Santucci / Il diritto del lavoro e le mafie 287 final part of the essay, the theme of “caporalato” is tackled, focusing both on the repressive aspects and on the prevention of the quality agricultural work network. This important system identifies the implementation complications and the precautions in the eventual revision. In the work emerges the particular direct and indirect incidence of the discourse in the agricultural sector, in the first line as an activity of confiscated assets and of the hateful exploitation of the labor force in the context of the “caporalato”. In the final analysis, the importance that work (of all) is characterized by quality, dignity, freedom and legality, and that, therefore, is not considered a commodity, suggesting to reject the neoliberal excesses of the economy as much as it is emphasized to counter the illegality, finding the right balance between the capabilities of the person and economic and productive assets.

Per l’autore il lavoro, insieme con la cultura, costituisce una strategia preventiva insostituibile per contrastare il fenomeno del crimine organizzato, consentendo la realizzazione della «persona» e la liberazione dal bisogno attraverso l’affermazione dei suoi diritti fondamentali (dignità, libertà, sicurezza, stabilità, pari opportunità, retribuzione, professionalità, esigenze personali e familiari). Nel tracciare il quadro di alcuni percorsi normativi, l’autore individua le criticità che li affliggono, rischiando di disincentivare o di deludere le aspettative e gli interessi dei giovani. Considerando poi la confisca dei beni della criminalità organizzata e la riutilizzazione sociale degli stessi, l’autore si occupa degli aspetti lavoristici in materia, dagli ammortizzatori sociali per lavoratori di tali aziende alla discipline più utilizzate per continuarne le attività (cooperative, volontariato). Nella parte finale del saggio è affrontato il tema del caporalato, focalizzando l’attenzione tanto sugli aspetti repressivi, quanto sulla prevenzione costituita dalla rete di lavoro agricolo di qualità. Di questo importante sistema sono individuate le complicazioni attuative e le cautele nell’eventuale revisione. Nel lavoro emerge la particolare incidenza, diretta e indiretta, del discorso nel settore agricolo, in prima linea come attività dei beni confiscati e dello sfruttamento odioso della forza lavoro nell’ambito del caporalato. In ultima analisi è sottolineata l’importanza che il lavoro (di tutti) si caratterizzi per qualità, dignità, libertà e legalità, e che, pertanto, non sia considerato una merce, suggerendo tanto di respingere gli eccessi neoliberisti dell’economia quanto di contrastare le illegalità, trovando il giusto bilanciamento tra capabilities della persona e assetti economici e produttivi.

Lavoro, formazione e diritti nel contrasto alle mafie con particolare ricaduta nel settore agricolo

Santucci Rosario
2018-01-01

Abstract

In this paper work and culture constitute an irreplaceable preventive strategy to counter the phenomenon of organized crime, allowing the realization of the «person» and the liberation from need through the affirmation of his fundamental rights (dignity, freedom, security, stability, equal opportunities, retribution, professionalism, personal and family needs). In tracing the framework of some normative paths, the author identifies the critical issues that afflict them, risking to discourage or disappoint the expectations and interests of young people. Considering then the confiscation of the assets of organized crime and the social reuse of the same, the author deals with the aspects of the work on the subject, from social shock absorbers for workers of these companies to the most used disciplines to continue their activities (cooperatives, volunteering). In the © Edizioni Scientifiche Italiane ISSN 1720-4445 R. Santucci / Il diritto del lavoro e le mafie 287 final part of the essay, the theme of “caporalato” is tackled, focusing both on the repressive aspects and on the prevention of the quality agricultural work network. This important system identifies the implementation complications and the precautions in the eventual revision. In the work emerges the particular direct and indirect incidence of the discourse in the agricultural sector, in the first line as an activity of confiscated assets and of the hateful exploitation of the labor force in the context of the “caporalato”. In the final analysis, the importance that work (of all) is characterized by quality, dignity, freedom and legality, and that, therefore, is not considered a commodity, suggesting to reject the neoliberal excesses of the economy as much as it is emphasized to counter the illegality, finding the right balance between the capabilities of the person and economic and productive assets.
2018
Per l’autore il lavoro, insieme con la cultura, costituisce una strategia preventiva insostituibile per contrastare il fenomeno del crimine organizzato, consentendo la realizzazione della «persona» e la liberazione dal bisogno attraverso l’affermazione dei suoi diritti fondamentali (dignità, libertà, sicurezza, stabilità, pari opportunità, retribuzione, professionalità, esigenze personali e familiari). Nel tracciare il quadro di alcuni percorsi normativi, l’autore individua le criticità che li affliggono, rischiando di disincentivare o di deludere le aspettative e gli interessi dei giovani. Considerando poi la confisca dei beni della criminalità organizzata e la riutilizzazione sociale degli stessi, l’autore si occupa degli aspetti lavoristici in materia, dagli ammortizzatori sociali per lavoratori di tali aziende alla discipline più utilizzate per continuarne le attività (cooperative, volontariato). Nella parte finale del saggio è affrontato il tema del caporalato, focalizzando l’attenzione tanto sugli aspetti repressivi, quanto sulla prevenzione costituita dalla rete di lavoro agricolo di qualità. Di questo importante sistema sono individuate le complicazioni attuative e le cautele nell’eventuale revisione. Nel lavoro emerge la particolare incidenza, diretta e indiretta, del discorso nel settore agricolo, in prima linea come attività dei beni confiscati e dello sfruttamento odioso della forza lavoro nell’ambito del caporalato. In ultima analisi è sottolineata l’importanza che il lavoro (di tutti) si caratterizzi per qualità, dignità, libertà e legalità, e che, pertanto, non sia considerato una merce, suggerendo tanto di respingere gli eccessi neoliberisti dell’economia quanto di contrastare le illegalità, trovando il giusto bilanciamento tra capabilities della persona e assetti economici e produttivi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/39251
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