Il movimento dei Critical Legal Studies mina le idee centrali del pensiero giuridico moderno cercando di elaborare un’altra concezione del diritto, concezione che implica una specifica visione della società e pratica della politica. I Crits contestano la possibili¬tà che la regola realizzi, in modo certo ed imparziale, il diritto, ovvero ne-gano che esista una regola in grado di esercitare la funzione che la dogmatica le attribuisce, quella, appunto, di disciplinare in modo oggettivo e super partes le rela-zioni tra i soggetti. La regola è considerata piuttosto uno strumento di cui i potenti si servono per realizzare i loro progetti poli-tici. Non rinviando ad un ordine che com-pone in modo equanime la società, essa è un artificio dietro il quale si occulta l’esercizio di un potere diretto alla cre-azione di un preciso assetto dei rapporti sociali. Ma l’intera riflessione critica, carat-terizzandosi per l’ansia di individuare i punti dogmatici e accademici fonda¬mentali ai quali opporsi, sembra finisca poi, come rapita dalla rapida inelluttabilità di un boomerang, col venire colpita, fagocitata e neutralizzata da quegli stessi paradigmi assoluti che avrebbe voluto così tenacemente negare.

La regola come finzione o artificio nell'analisi dei CLS

Zavatta
2018-01-01

Abstract

Il movimento dei Critical Legal Studies mina le idee centrali del pensiero giuridico moderno cercando di elaborare un’altra concezione del diritto, concezione che implica una specifica visione della società e pratica della politica. I Crits contestano la possibili¬tà che la regola realizzi, in modo certo ed imparziale, il diritto, ovvero ne-gano che esista una regola in grado di esercitare la funzione che la dogmatica le attribuisce, quella, appunto, di disciplinare in modo oggettivo e super partes le rela-zioni tra i soggetti. La regola è considerata piuttosto uno strumento di cui i potenti si servono per realizzare i loro progetti poli-tici. Non rinviando ad un ordine che com-pone in modo equanime la società, essa è un artificio dietro il quale si occulta l’esercizio di un potere diretto alla cre-azione di un preciso assetto dei rapporti sociali. Ma l’intera riflessione critica, carat-terizzandosi per l’ansia di individuare i punti dogmatici e accademici fonda¬mentali ai quali opporsi, sembra finisca poi, come rapita dalla rapida inelluttabilità di un boomerang, col venire colpita, fagocitata e neutralizzata da quegli stessi paradigmi assoluti che avrebbe voluto così tenacemente negare.
2018
Regola, oggettività del diritto, indetermi-natezza, discrezionalità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/36826
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