In un contesto economico globalizzato e fortemente tecnologico le imprese, particolarmente quelle di minori dimensioni, hanno avvertito la necessità di creare nuovi schemi di aggregazione per fronteggiare la concorrenza delle produzioni nei paesi a basso costo nonché per usufruire del know-how e dei benefici delle economie di scala, mantenendo inalterata la propria autonomia funzionale. Nel panorama europeo, l’Italia è l’unico paese ad aver regolato il contratto di rete dal 2009. La normativa è rimasta confinata nella dottrina economica, civilistica e commercialistica fino al 2013, quando sono stati disciplinati due aspetti del rapporto di lavoro in rete, la codatorialità e l’assunzione congiunta da una parte e il distacco dall’altra. Lo svolgimento della prestazione lavorativa all’interno di un contesto reticolare determina, tuttavia, anche una diversa declinazione di numerose altre regole del rapporto di lavoro, quali: il potere direttivo e disciplinare, gli obblighi di fedeltà e diligenza, il mutamento di mansioni, la risoluzione del rapporto e la responsabilità dei codatori, l’efficacia della certificazione dei contratti e delle rinunce e transazioni sulle altre imprese retiste, l’esercizio dei diritti sindacali, ivi compreso quello di sciopero. Ad avviso dell’Autore, nell’interpretare ogni aspetto del rapporto di lavoro occorrerà avere come guida il programma comune di rete, volto al raggiungimento degli obiettivi strategici delle imprese retiste, in quanto le attività non funzionalmente legate al programma non potranno godere dei benefici della speciale normativa incentivante. In ogni caso, l’analisi del rapporto di lavoro nelle reti di impresa costituisce una opportunità da cogliere per la dottrina giuslavorista al fine di recuperare il ruolo fondamentale del diritto del lavoro in chiave non solo protettiva per il prestatore ma di strumento imprescindibile per l’imprenditore che voglia esercitare più utilmente i propri poteri e le proprie funzioni, restituendo alla materia quell’importanza oggi offuscata da un ruolo troppo spesso ancillare rispetto all’economia.
Reti d'imprese e rapporti di lavoro
Mocella Marco
2018-01-01
Abstract
In un contesto economico globalizzato e fortemente tecnologico le imprese, particolarmente quelle di minori dimensioni, hanno avvertito la necessità di creare nuovi schemi di aggregazione per fronteggiare la concorrenza delle produzioni nei paesi a basso costo nonché per usufruire del know-how e dei benefici delle economie di scala, mantenendo inalterata la propria autonomia funzionale. Nel panorama europeo, l’Italia è l’unico paese ad aver regolato il contratto di rete dal 2009. La normativa è rimasta confinata nella dottrina economica, civilistica e commercialistica fino al 2013, quando sono stati disciplinati due aspetti del rapporto di lavoro in rete, la codatorialità e l’assunzione congiunta da una parte e il distacco dall’altra. Lo svolgimento della prestazione lavorativa all’interno di un contesto reticolare determina, tuttavia, anche una diversa declinazione di numerose altre regole del rapporto di lavoro, quali: il potere direttivo e disciplinare, gli obblighi di fedeltà e diligenza, il mutamento di mansioni, la risoluzione del rapporto e la responsabilità dei codatori, l’efficacia della certificazione dei contratti e delle rinunce e transazioni sulle altre imprese retiste, l’esercizio dei diritti sindacali, ivi compreso quello di sciopero. Ad avviso dell’Autore, nell’interpretare ogni aspetto del rapporto di lavoro occorrerà avere come guida il programma comune di rete, volto al raggiungimento degli obiettivi strategici delle imprese retiste, in quanto le attività non funzionalmente legate al programma non potranno godere dei benefici della speciale normativa incentivante. In ogni caso, l’analisi del rapporto di lavoro nelle reti di impresa costituisce una opportunità da cogliere per la dottrina giuslavorista al fine di recuperare il ruolo fondamentale del diritto del lavoro in chiave non solo protettiva per il prestatore ma di strumento imprescindibile per l’imprenditore che voglia esercitare più utilmente i propri poteri e le proprie funzioni, restituendo alla materia quell’importanza oggi offuscata da un ruolo troppo spesso ancillare rispetto all’economia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.