A partire dalla seconda metà del Settecento il Mezzogiorno d’Italia appare sensibile alle suggestioni illuministiche sul ruolo del capitale umano come fattore dello sviluppo economico. Con il duplice obiettivo dello sfruttamento nell’interesse dello Stato di una forza lavoro a basso costo e del contenimento dei tassi di povertà e di delinquenza, l’indigente diventa il nuovo focus delle politiche per la formazione e l’addestramento al lavoro. In questo saggio ci si è soffermati, oltre che sul contesto politico ed economico in cui nacque il dibattito, sulle concrete iniziative di alcune istituzioni preesistenti come i conservatori musicali.Di notevole interesse appare l’esperienza dell’unico caso italiano di trasformazione di quattro conservatori napoletani, da istituti di beneficenza per l’infanzia povera e abbandonata in istituti di formazione professionale per i musicisti. Esso si realizzò sulla base di un processo governato da principi economici e fu determinante per l’avvento di un mercato musicale. La natura essenziale ed emblematica della musica e delle sue proprietà di bene pubblico ebbe forti implicazioni dal punto di vista economico e consentì di utilizzarne caratteristiche e manifestazioni come fenomeni rappresentativi del rapporto più generale tra economia, società ed espressione artistica. L’orientamento verso l’istruzione musicale, la moltiplicazione delle sale e delle occasioni teatrali, la crescita del numero degli addetti alla produzione dello spettacolo e l’infittirsi dei loro viaggi fuori del Regno per vendere i testi e l’immagine di quella che cominciava ad essere chiamata la Scuola Napoletana, furono le componenti di una moda culturale in notevole crescendo nel corso del secolo XVIII. Con il consolidamento delle strutture didattiche, i conservatori furono presto in grado di produrre una particolare “manodopera specializzata”.
Starting from the second half of the 18th century Southern Italy shows sensitivity towards the Enlightenment suggestions on the role of the human resources as a factor of economic development.With the double objective of the exploitation, in favour of the State, of a cheap workforce at low cost and of the reduction of poverty and criminality rates, the destitute become the new focus of the policies for job training. In this paper we will concentrate on the political and economic contexts where the debate began and on the actual initiatives of pre-existent institutions, like academies of music such as factories for vocational training. It seems of great importance the only Italian case of transformation of four Neapolitan academies from welfare institutes for poor and neglected children into training places for musicians. This action was brought about following economic principles and was decisive for the starting of a musical market. The essential and emblematic nature of music and of its properties as a public asset had strong implications from the economic point of view and allowed the exploitation of its features and expressions as phenomena typical of the more general relationship between economy, society and artistic expression.The orientation towards musical training, the increasing number of halls and theatrical performances, the increase of the number of people involved in the production of shows and the great number of trips outside the Reign to sell the texts and the image of what began to be considered the Neapolitan School, were the components of an increasing cultural fashion during the 18th century. Through the strengthening of the didactic structures, academies of music soon were capable of producing skilled workforce.
I figlioli del Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli nella seconda metà del Settecento. Percorsi di studio e opportunità professionali
DEL PRETE ROSSELLA
2009-01-01
Abstract
A partire dalla seconda metà del Settecento il Mezzogiorno d’Italia appare sensibile alle suggestioni illuministiche sul ruolo del capitale umano come fattore dello sviluppo economico. Con il duplice obiettivo dello sfruttamento nell’interesse dello Stato di una forza lavoro a basso costo e del contenimento dei tassi di povertà e di delinquenza, l’indigente diventa il nuovo focus delle politiche per la formazione e l’addestramento al lavoro. In questo saggio ci si è soffermati, oltre che sul contesto politico ed economico in cui nacque il dibattito, sulle concrete iniziative di alcune istituzioni preesistenti come i conservatori musicali.Di notevole interesse appare l’esperienza dell’unico caso italiano di trasformazione di quattro conservatori napoletani, da istituti di beneficenza per l’infanzia povera e abbandonata in istituti di formazione professionale per i musicisti. Esso si realizzò sulla base di un processo governato da principi economici e fu determinante per l’avvento di un mercato musicale. La natura essenziale ed emblematica della musica e delle sue proprietà di bene pubblico ebbe forti implicazioni dal punto di vista economico e consentì di utilizzarne caratteristiche e manifestazioni come fenomeni rappresentativi del rapporto più generale tra economia, società ed espressione artistica. L’orientamento verso l’istruzione musicale, la moltiplicazione delle sale e delle occasioni teatrali, la crescita del numero degli addetti alla produzione dello spettacolo e l’infittirsi dei loro viaggi fuori del Regno per vendere i testi e l’immagine di quella che cominciava ad essere chiamata la Scuola Napoletana, furono le componenti di una moda culturale in notevole crescendo nel corso del secolo XVIII. Con il consolidamento delle strutture didattiche, i conservatori furono presto in grado di produrre una particolare “manodopera specializzata”.File | Dimensione | Formato | |
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