Questo breve saggio è dettato dall'urgenza di proporre una chiave di lettura alternativa della nefasta concatenazione di eventi che, pur provenendo da lontano, può dirsi iniziata con il fallimento di Lehman Brothers del 2008, ha quindi dato un primo sfoggio della sua potenza distruttiva con la grande recessione mondiale del 2009 e adesso, nel nostro continente, sta per decretare un gigantesco fallimento politico: il fallimento dell'Unione monetaria europea disegnata un ventennio fa dagli accordi di Maastricht. Questa sequenza di avvenimenti, di portata storica, finora non ha incontrato ostacoli degni di tal nome. Eppure era stata prevista. Svariate cassandre l'avevano annunciata nei circoli accademici già prima della grande recessione, e due anni fa una lettera di duecentocinquanta lanciava un allarme sull'inadeguatezza delle politiche con cui si tentava di fronteggiarla. Un appello senza esito. Il risultato è che oggi la catena descritta registra nuove accelerazioni, che costringono un numero crescente di cittadini europei a misurarsi con un incredibile paradosso: un inatteso scivolamento verso condizioni di povertà in mezzo a un immane spreco di forze produttive disponibili. Benché ispirato da obiettivi di divulgazione, questo scritto poggia su precise basi teoriche. La nostra tesi è che la politica corrente, che sta trascinando gran parte dell'Europa in una nuova depressione, resiste ai suoi fallimenti anche grazie al sostegno di un modo abituale di pensare che nel gergo degli economisti viene definito "paradigma della scarsità" [...] (dalla Introduzione degli autori).

L'austerità è di destra. E sta distruggendo l'Europa

BRANCACCIO E
;
2012-01-01

Abstract

Questo breve saggio è dettato dall'urgenza di proporre una chiave di lettura alternativa della nefasta concatenazione di eventi che, pur provenendo da lontano, può dirsi iniziata con il fallimento di Lehman Brothers del 2008, ha quindi dato un primo sfoggio della sua potenza distruttiva con la grande recessione mondiale del 2009 e adesso, nel nostro continente, sta per decretare un gigantesco fallimento politico: il fallimento dell'Unione monetaria europea disegnata un ventennio fa dagli accordi di Maastricht. Questa sequenza di avvenimenti, di portata storica, finora non ha incontrato ostacoli degni di tal nome. Eppure era stata prevista. Svariate cassandre l'avevano annunciata nei circoli accademici già prima della grande recessione, e due anni fa una lettera di duecentocinquanta lanciava un allarme sull'inadeguatezza delle politiche con cui si tentava di fronteggiarla. Un appello senza esito. Il risultato è che oggi la catena descritta registra nuove accelerazioni, che costringono un numero crescente di cittadini europei a misurarsi con un incredibile paradosso: un inatteso scivolamento verso condizioni di povertà in mezzo a un immane spreco di forze produttive disponibili. Benché ispirato da obiettivi di divulgazione, questo scritto poggia su precise basi teoriche. La nostra tesi è che la politica corrente, che sta trascinando gran parte dell'Europa in una nuova depressione, resiste ai suoi fallimenti anche grazie al sostegno di un modo abituale di pensare che nel gergo degli economisti viene definito "paradigma della scarsità" [...] (dalla Introduzione degli autori).
2012
9788842817772
Europa, Maastricht, Crisi dell'euro, paradigma della scarsità, paradigma della riproduzione, politiche economiche europee
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/14391
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