La monografia in oggetto analizza tematiche di filosofia del diritto penale sviluppatesi in Italia dal ‘700 al ‘900 seguendo l’interpretazione critica dell’allievo di Gentile, Ugo Spirito. Spirito, nella fase attualistica del suo pensiero, si dedica a studi di diritto penale giungendo ad un approccio di notevole originalità con i concetti giusfilosofici fondamentali ed elaborando la Storia del diritto penale italiano, opera di grande rilievo tuttora oggetto di studio. Questo è un sintomo, per non dire una prova, della notevole attualità delle sue teorie, le cui analisi precorrono studi molto diffusi nel nostro tempo e propongono tematiche che diventano dominanti nelle meditazioni sulla ragione giuridica. Con grande vis polemica, nell’opera citata, ma anche in altri volumi e numerosi articoli, Spirito illustra il dibattito vivace e fecondo che si sviluppa in Italia tra le diverse scuole di cultura giuridica rivolgendo un’attenzione particolare al Codice Rocco per l’introduzione delle misure di sicurezza accanto alle pene e per la delineazione di una nuova funzione del giudice penale. Il filosofo aretino analizza i significati di colpa, responsabilità, pena, deterritio ed emendatio senza appiattirsi su paradigmi penalistici, salvo che nel rimarcare in essi la loro rilevanza, e con la possibilità di una loro estensione a tutti i rami del diritto. Cinquant’anni dopo la stesura della sua opera, Spirito giunge a conclusioni critiche severe sul sistema penale italiano, il quale, benché oggetto di costanti correzioni e rettifiche, è impostato sulla base di teorie contrastanti e ambigue che non possono non influenzare negativamente, oggi e in futuro, se non si interverrà adeguatamente, il concreto operare della Giustizia nelle aule dei Tribunali.

La pena tra espiare e redimere nella filosofia giuridica di Ugo Spirito

Zavatta L.
2005-01-01

Abstract

La monografia in oggetto analizza tematiche di filosofia del diritto penale sviluppatesi in Italia dal ‘700 al ‘900 seguendo l’interpretazione critica dell’allievo di Gentile, Ugo Spirito. Spirito, nella fase attualistica del suo pensiero, si dedica a studi di diritto penale giungendo ad un approccio di notevole originalità con i concetti giusfilosofici fondamentali ed elaborando la Storia del diritto penale italiano, opera di grande rilievo tuttora oggetto di studio. Questo è un sintomo, per non dire una prova, della notevole attualità delle sue teorie, le cui analisi precorrono studi molto diffusi nel nostro tempo e propongono tematiche che diventano dominanti nelle meditazioni sulla ragione giuridica. Con grande vis polemica, nell’opera citata, ma anche in altri volumi e numerosi articoli, Spirito illustra il dibattito vivace e fecondo che si sviluppa in Italia tra le diverse scuole di cultura giuridica rivolgendo un’attenzione particolare al Codice Rocco per l’introduzione delle misure di sicurezza accanto alle pene e per la delineazione di una nuova funzione del giudice penale. Il filosofo aretino analizza i significati di colpa, responsabilità, pena, deterritio ed emendatio senza appiattirsi su paradigmi penalistici, salvo che nel rimarcare in essi la loro rilevanza, e con la possibilità di una loro estensione a tutti i rami del diritto. Cinquant’anni dopo la stesura della sua opera, Spirito giunge a conclusioni critiche severe sul sistema penale italiano, il quale, benché oggetto di costanti correzioni e rettifiche, è impostato sulla base di teorie contrastanti e ambigue che non possono non influenzare negativamente, oggi e in futuro, se non si interverrà adeguatamente, il concreto operare della Giustizia nelle aule dei Tribunali.
2005
88-495-1095-0
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