Il lavoro ripercorre in chiave sintomatica i fenomeni di globalizzazione del mercato e del suo presunto ordine giuridico attraverso l’analisi critica di alcuni fra quelli più accreditati a livello internazionale. Lo studio “sfida” la tenuta delle categorie giuridiche tradizionalmente sperimentate nei modelli del diritto privato dell’Unione europea: l’attualità dello Stato di diritto non può non essere sperimentata in una dimensione troppo intensamente eteronoma, ma impone un ripensamento della pur riaffermata unità del sistema in chiave di autonomia ponderata dei gruppi e degli individui. Il contributo è suddiviso in cinque capitoli. Il primo, approfondisce le questioni poste, nell’ambito di una vastissima letteratura, dal pluralismo giuridico come interrogativo irrisolto. Si va: dal globalismo al localismo; dall’uniformazione al mutuo riconoscimento; dalle forme di governance alla lex mercatoria; dal principio internazionale di legalità a quello di competitività. Il secondo capitolo analizza nella prospettiva sopra indicata, il complesso fenomeno del diritto internazionale umanitario, provando a smascherarne la pretesa neutralità rispetto le questioni degli interessi sottesi e degli strumenti per affermarli. Il terzo capitolo riprende il dibattito sul diritto commerciale mondiale, fra legislazione doganale interna (TULD, 1973), codice doganale comunitario (Regolamenti CE nn. 2913/92 e 2454/94 e succ. mod.), disposizioni della WTO, dell’OCSE e delle altre Organizzazioni internazionali, soffermandosi sullo studio, dottrinale e giurisprudenziale, di alcuni istituti giuridici di particolare rilevanza per l’integrazione normativa planetaria. Il quarto capitolo, che si occupa di ambiente e sostenibilità, anche sulla scia della riforma del Titolo V della Costituzione italiana, mette in evidenza le notevoli differenze maturate fra gli ordinamenti nazionali nella materia. Il risultato della ricerca ipotizza l’elaborazione di un diritto plurale, interdisciplinare, innovativo e fortemente comunicativo, che respinge le soluzioni già date del liberalismo economico e dello statalismo positivista, fortemente intrisi di sacralità ideologica, in favore di un patto di solidarietà fra le persone, fisiche e giuridiche, adeguatamente allestito a livello internazionale ed eticamente orientato, ben oltre il ristretto ambito testuale. Il diritto plurale, come esperienza del processo culturale e politico che determina il sedimento giuridico, non concorre alla prospettiva di un’epifania globale, secondo dottrina dominante, ma muove dalla constatazione che il tempo dell’esclusione può essere – in forza delle spinte al personalismo giuridico che percorre, con molte contraddizioni, il diritto dell’occidente – temporaneamente sospeso, introducendo ad un tempo (ancora elementare) d’inclusione, cui il diritto dell’Unione europea ha cercato di dare, soprattutto mediante l’azione della Corte di Giustizia, qualche corposo alimento. La tesi è che esista una formula di democrazia occidentale rimeditabile alla luce del diritto europeo, che si pone in linea con le scelte pluralistiche presenti nella nostra Carta costituzionale.

IL DIRITTO "PLURALE". Pluralismo delle fonti e libera circolazione delle norme giuridiche.

CASUCCI F
2004-01-01

Abstract

Il lavoro ripercorre in chiave sintomatica i fenomeni di globalizzazione del mercato e del suo presunto ordine giuridico attraverso l’analisi critica di alcuni fra quelli più accreditati a livello internazionale. Lo studio “sfida” la tenuta delle categorie giuridiche tradizionalmente sperimentate nei modelli del diritto privato dell’Unione europea: l’attualità dello Stato di diritto non può non essere sperimentata in una dimensione troppo intensamente eteronoma, ma impone un ripensamento della pur riaffermata unità del sistema in chiave di autonomia ponderata dei gruppi e degli individui. Il contributo è suddiviso in cinque capitoli. Il primo, approfondisce le questioni poste, nell’ambito di una vastissima letteratura, dal pluralismo giuridico come interrogativo irrisolto. Si va: dal globalismo al localismo; dall’uniformazione al mutuo riconoscimento; dalle forme di governance alla lex mercatoria; dal principio internazionale di legalità a quello di competitività. Il secondo capitolo analizza nella prospettiva sopra indicata, il complesso fenomeno del diritto internazionale umanitario, provando a smascherarne la pretesa neutralità rispetto le questioni degli interessi sottesi e degli strumenti per affermarli. Il terzo capitolo riprende il dibattito sul diritto commerciale mondiale, fra legislazione doganale interna (TULD, 1973), codice doganale comunitario (Regolamenti CE nn. 2913/92 e 2454/94 e succ. mod.), disposizioni della WTO, dell’OCSE e delle altre Organizzazioni internazionali, soffermandosi sullo studio, dottrinale e giurisprudenziale, di alcuni istituti giuridici di particolare rilevanza per l’integrazione normativa planetaria. Il quarto capitolo, che si occupa di ambiente e sostenibilità, anche sulla scia della riforma del Titolo V della Costituzione italiana, mette in evidenza le notevoli differenze maturate fra gli ordinamenti nazionali nella materia. Il risultato della ricerca ipotizza l’elaborazione di un diritto plurale, interdisciplinare, innovativo e fortemente comunicativo, che respinge le soluzioni già date del liberalismo economico e dello statalismo positivista, fortemente intrisi di sacralità ideologica, in favore di un patto di solidarietà fra le persone, fisiche e giuridiche, adeguatamente allestito a livello internazionale ed eticamente orientato, ben oltre il ristretto ambito testuale. Il diritto plurale, come esperienza del processo culturale e politico che determina il sedimento giuridico, non concorre alla prospettiva di un’epifania globale, secondo dottrina dominante, ma muove dalla constatazione che il tempo dell’esclusione può essere – in forza delle spinte al personalismo giuridico che percorre, con molte contraddizioni, il diritto dell’occidente – temporaneamente sospeso, introducendo ad un tempo (ancora elementare) d’inclusione, cui il diritto dell’Unione europea ha cercato di dare, soprattutto mediante l’azione della Corte di Giustizia, qualche corposo alimento. La tesi è che esista una formula di democrazia occidentale rimeditabile alla luce del diritto europeo, che si pone in linea con le scelte pluralistiche presenti nella nostra Carta costituzionale.
2004
88-495-0977-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12070/14344
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