Il volume ripercorre la storia dei due antichi orfanotrofi femminili beneventani, l'uno di patronato laico, l'altro di impianto ecclesiastico. Attraverso l'analisi delle risorse finanziarie dei due enti e della loro utilizzazione si ricostruiscono le vicende delle recluse e l'intera vita interna tra decoro monacale, attività produttive protoindustriali, educazione e istruzione professionale. L'intento è quello di capire se l'attività degli enti assistenziali di quei secoli ebbe un'influenza sulla costruzione di un progetto di qualificazione sociale e professionale della forza lavoro (distinta tra maschi e femmine). Il volume si sofferma, oltre che sul contesto politico ed economico del territorio beneventano, sulle concrete iniziative di alcune istituzioni deputate all'assistenza, all'educazione ed all'avviamento al lavoro delle fanciulle. L'avvio di una manifattura tessile all'interno di uno dei due istituti richiama una consuetudine diffusa nell'Italia di età moderna e contemporanea e contribuisce a ricostruire l'attività protoindustriale di un territorio già dedito alla lavorazione della lana. Gli elevati costi di gestione e la difficoltà di istruire persone poco avvezze al lavoro e più interessate al soddisfacimento dei bisogni primari, resero più complessa l'azione educativa e professionalizzante delle maestranze impegnate nei diversi convitti. Ciò nonostante, pur restando imprecisato e non del tutto storicizzato l'importantissimo legame tra welfare e genere, positivo è il giudizio sul tentativo di superare le resistenze culturali e corporative nella formazione delle fanciulle, di realizzare laboratori specializzati e,soprattutto, di dar vita al cosiddetto "miracolo" dell'alfabetizzazione femminile
Piccole tessitrici operose. Gli orfanotrofi femminili a Benevento nei secoli XVII-XIX
DEL PRETE ROSSELLA
2010-01-01
Abstract
Il volume ripercorre la storia dei due antichi orfanotrofi femminili beneventani, l'uno di patronato laico, l'altro di impianto ecclesiastico. Attraverso l'analisi delle risorse finanziarie dei due enti e della loro utilizzazione si ricostruiscono le vicende delle recluse e l'intera vita interna tra decoro monacale, attività produttive protoindustriali, educazione e istruzione professionale. L'intento è quello di capire se l'attività degli enti assistenziali di quei secoli ebbe un'influenza sulla costruzione di un progetto di qualificazione sociale e professionale della forza lavoro (distinta tra maschi e femmine). Il volume si sofferma, oltre che sul contesto politico ed economico del territorio beneventano, sulle concrete iniziative di alcune istituzioni deputate all'assistenza, all'educazione ed all'avviamento al lavoro delle fanciulle. L'avvio di una manifattura tessile all'interno di uno dei due istituti richiama una consuetudine diffusa nell'Italia di età moderna e contemporanea e contribuisce a ricostruire l'attività protoindustriale di un territorio già dedito alla lavorazione della lana. Gli elevati costi di gestione e la difficoltà di istruire persone poco avvezze al lavoro e più interessate al soddisfacimento dei bisogni primari, resero più complessa l'azione educativa e professionalizzante delle maestranze impegnate nei diversi convitti. Ciò nonostante, pur restando imprecisato e non del tutto storicizzato l'importantissimo legame tra welfare e genere, positivo è il giudizio sul tentativo di superare le resistenze culturali e corporative nella formazione delle fanciulle, di realizzare laboratori specializzati e,soprattutto, di dar vita al cosiddetto "miracolo" dell'alfabetizzazione femminileI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.