In un’epoca nella quale la risoluzione giudiziale cede il passo a meccanismi più adeguati a rispondere alle esigenze di certezza e di celerità dei traffici commerciali, l’indagine sull’importanza dell’inadempimento che giustifica lo scioglimento del rapporto, disciplinata dall’art. 1455 cod. civ., si rivela particolarmente utile allo scopo di verificare quale ruolo essa possa rivestire nei casi di risoluzione di diritto. Il quadro europeo nel quale si innesta il problema non è indifferente, sia per ciò che attiene al controllo del giudice sia in relazione al significato del requisito della gravità dell’inadempimento, da leggersi alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale e in considerazione delle soluzioni adottate nei progetti di diritto europeo dei contratti e in materia di contratti commerciali internazionali. Il tema si mostra di estrema delicatezza soprattutto in riferimento al termine essenziale e alla clausola risolutiva espressa. Il rispetto dell’autonoma determinazione delle parti non può indurre a negare la possibilità di un controllo giudiziale successivo sull’adeguatezza del rimedio risolutorio rispetto all’interesse da tutelare: ogni atto negoziale deve essere in concreto idoneo a soddisfare interessi e valori positivamente valutabili secondo il sistema italo-europeo delle fonti e il valore fondamentale della solidarietà sociale impone di fondare la meritevolezza del potere di risoluzione, in deroga al principio di conservazione del contratto, sull’importanza dell’inadempimento. In una prospettiva funzionale, attraverso un esame critico della giurisprudenza, si può riconoscere il ruolo determinante della verifica della fondatezza della pretesa risolutoria nelle varie ipotesi di risoluzione stragiudiziale, in particolare allo scopo di contemperare l’esigenza di ottenere tempestivamente lo scioglimento del vincolo con quella di assicurare che il rimedio risulti sempre, sulla scorta del canone di buona fede, adeguato, cioè ragionevole e proporzionato, rispetto agli interessi coinvolti nel caso concreto.

Inadempimento e risoluzione di diritto

Mongillo R
2012-01-01

Abstract

In un’epoca nella quale la risoluzione giudiziale cede il passo a meccanismi più adeguati a rispondere alle esigenze di certezza e di celerità dei traffici commerciali, l’indagine sull’importanza dell’inadempimento che giustifica lo scioglimento del rapporto, disciplinata dall’art. 1455 cod. civ., si rivela particolarmente utile allo scopo di verificare quale ruolo essa possa rivestire nei casi di risoluzione di diritto. Il quadro europeo nel quale si innesta il problema non è indifferente, sia per ciò che attiene al controllo del giudice sia in relazione al significato del requisito della gravità dell’inadempimento, da leggersi alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale e in considerazione delle soluzioni adottate nei progetti di diritto europeo dei contratti e in materia di contratti commerciali internazionali. Il tema si mostra di estrema delicatezza soprattutto in riferimento al termine essenziale e alla clausola risolutiva espressa. Il rispetto dell’autonoma determinazione delle parti non può indurre a negare la possibilità di un controllo giudiziale successivo sull’adeguatezza del rimedio risolutorio rispetto all’interesse da tutelare: ogni atto negoziale deve essere in concreto idoneo a soddisfare interessi e valori positivamente valutabili secondo il sistema italo-europeo delle fonti e il valore fondamentale della solidarietà sociale impone di fondare la meritevolezza del potere di risoluzione, in deroga al principio di conservazione del contratto, sull’importanza dell’inadempimento. In una prospettiva funzionale, attraverso un esame critico della giurisprudenza, si può riconoscere il ruolo determinante della verifica della fondatezza della pretesa risolutoria nelle varie ipotesi di risoluzione stragiudiziale, in particolare allo scopo di contemperare l’esigenza di ottenere tempestivamente lo scioglimento del vincolo con quella di assicurare che il rimedio risulti sempre, sulla scorta del canone di buona fede, adeguato, cioè ragionevole e proporzionato, rispetto agli interessi coinvolti nel caso concreto.
2012
9788849524024
Risoluzione di diritto; Inadempimento; Importanza della violazione; Clausola risolutiva espressa; Termine essenziale; Diffida ad adempiere
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