La crescente emergenza creata dalla diffusa giacenza a rifiuto di manufatti caratterizzati da un medio-alto ingombro, principalmente rappresentati da elettrodomestici bianchi e grigi giunti al termine della loro vita utile, ha imposto all’attenzione del legislatore – sia in ambito comunitario sia in ambito nazionale – il problema dello smaltimento di tale tipologia di materiali, determinando l’introduzione di particolari incentivi economici per il relativo smaltimento. In tale contesto si inserisce per l’appunto il D.Lgs. 22/97 che, riconoscendo speciali contributi - commisurati alle quantità smaltite - promuove la creazione di centri di raccolta degli anzidetti manufatti dismessi. Allo scopo il legislatore ha previsto che, operando un acquisto sostitutivo, l’acquirente trasferisca al fornitore il manufatto che nell’occasione intende dismettere, ovvero - mediante versamento di cauzione a lui stesso rimborsabile - si disponga ad assecondare a tempo debito lo smaltimento del manufatto acquisito. In tale contesto di necessità e - al tempo stesso - di opportunità, il presente lavoro è rivolto ad approfondire le condizioni di fattibilità di un’iniziativa imprenditoriale concepita per il recupero industrializzato di componenti e materiali in vario modo ritrovabili nella particolare tipologia di manufatti in precedenza definita. In sede di preventiva ricognizione analitica dei materiali che concorrono alla composizione del generico manufatto suscettibile di smantellamento selettivo, non minore attenzione rispetto a quelli recuperabili deve essere riservata ai materiali capaci di produrre danno ambientale; e ciò si riferisce alla consistenza dei costi comportati dal relativo smaltimento, da effettuarsi nell’osservanza di specifici vincoli imposti dal legislatore.
Dimensionamento e studio di opportunità di un impianto di smantellamento selettivo di elettrodomestici dismessi
Savino M;
2002-01-01
Abstract
La crescente emergenza creata dalla diffusa giacenza a rifiuto di manufatti caratterizzati da un medio-alto ingombro, principalmente rappresentati da elettrodomestici bianchi e grigi giunti al termine della loro vita utile, ha imposto all’attenzione del legislatore – sia in ambito comunitario sia in ambito nazionale – il problema dello smaltimento di tale tipologia di materiali, determinando l’introduzione di particolari incentivi economici per il relativo smaltimento. In tale contesto si inserisce per l’appunto il D.Lgs. 22/97 che, riconoscendo speciali contributi - commisurati alle quantità smaltite - promuove la creazione di centri di raccolta degli anzidetti manufatti dismessi. Allo scopo il legislatore ha previsto che, operando un acquisto sostitutivo, l’acquirente trasferisca al fornitore il manufatto che nell’occasione intende dismettere, ovvero - mediante versamento di cauzione a lui stesso rimborsabile - si disponga ad assecondare a tempo debito lo smaltimento del manufatto acquisito. In tale contesto di necessità e - al tempo stesso - di opportunità, il presente lavoro è rivolto ad approfondire le condizioni di fattibilità di un’iniziativa imprenditoriale concepita per il recupero industrializzato di componenti e materiali in vario modo ritrovabili nella particolare tipologia di manufatti in precedenza definita. In sede di preventiva ricognizione analitica dei materiali che concorrono alla composizione del generico manufatto suscettibile di smantellamento selettivo, non minore attenzione rispetto a quelli recuperabili deve essere riservata ai materiali capaci di produrre danno ambientale; e ciò si riferisce alla consistenza dei costi comportati dal relativo smaltimento, da effettuarsi nell’osservanza di specifici vincoli imposti dal legislatore.File | Dimensione | Formato | |
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